giovedì 1 marzo 2012

Etna sciare tra mare,neve e fuoco ! Stagione 2011 2012

L'Etna è davvero considerato il vulcano dalle mille risorse... Sembra strano che in un'isola come la Sicilia baciata dal sole cocente, si possa praticare lo sci!. In realtà vi dico che già da moltissimi anni vengono praticati gli sport invernali sul vulcano attivo più alto d'Europa. Ne testimoniano la presenza le numerose sezioni C.A.I. distribuite nelle città e nei paesi alle falde dell'imponente montagna. Una di queste è la sezione di Linguaglossa paese situato sul versante nord del vulcano non che trampolino di lancio per la stazione sciistica di Piano Provenzana, che gode di un particolare prestigio cioè quello di  possedere una sezione operativa da oltre ottanta anni.



Quest'anno la neve è arrivata in ritardo ma comunque in tempo per praticare qualsiasi tipo di sport invernale in tutta tranquillità e divertimento!. A Dicembre la stazione sciistica in funzione è stata soltanto quella di Piano Provenzana per via del maggiore innevamento.



 La cosa che più colpisce è sicuramente il panorama. Alle spalle il fuoco e il fumo dei crateri fumanti che ogni tanto fanno sentire la loro voce, di fronte si può godere lo spettacolo del golfo di Catania e del mare a Sud (rifugio Sapienza) e lo spettacolo di Taormina, della Calabria e delle Isole Eolie (quando il cielo è limpido) a Nord (Piano Provenzana). 




AGGIORNAMENTO: In queste ultime settimane grazie alle abbondanti nevicate di fine Gennaio e metà febbraio è stato possibile aprire la stazione sciistica anche a Etna sud (Rifugio Sapienza- Nicolosi).








Vi ricordo che nella stazione Etna sud raggiungibile da Nicolosi sono presenti 3 impianti di risalita funzionanti (cabinovia-seggiovia-skilift)più la pista di sci di fondo a Piano Vetore, mentre ad Etna nord raggiungibile da Linguaglossa al momento sono aperti  4 impianti di risalita (la seggiovia e 3 skilift). Vi auguro di provare al più presto questa esperienza che si dimostrerà assolutamente unica.




lunedì 9 gennaio 2012

MALTEMPO: CNR, GENNAIO IN ALTALENA FREDDO-CALDO; SBALZI 10 GRADI

Un'alternanza ripetuta di ondate di freddo e di caldo (relativo), con rapidi saliscendi delle temperature e oscillazioni - in un senso o nell'altro - fino a 10 gradi. E' lo scenario delle prossime settimane disegnato da Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di biometeorologia del Cnr di Firenze. "E' un fenomeno non nuovo - spiega il professore - legato al fatto che l'Italia si trova su una dorsale che separa le masse d'aria atlantiche da quelle polari settentrionali: essendo il paese morfologicamente molto 'stretto', bastano spostamenti di correnti di appena 200 chilometri per determinare questo tipo di condizioni. Quello che dobbiamo aspettarci sono periodi di 5-7 giorni di temperature rigide e, subito dopo, periodi della stessa lunghezza con temperature decisamente piu' elevate". Complici anche questi continui sbalzi, per tutto il mese le piogge dovrebbero essere limitate, e dovrebbero interessare per lo piu' le regioni meridionali.





Processo Grandi rischi: si riparte il 12, atteso anche Bertolaso

L'Aquila, 9 gen 2012 – Si avvicina il ritorno in aula per i 7 componenti della commissione Grandi rischi che il 31 marzo 2009, solo 5 giorni prima il disastroso terremoto che ha martoriato L'Aquila e numerosi borghi della sua provincia ma non solo, si riunì nel capoluogo abruzzese facendo, secondo l'accusa, «una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico».
Il 12 e il 13 gennaio si profilano, così, due giorni di full immersion con nomi altisonanti nell'elenco provvisorio dei testimoni: in primis Guido Bertolaso, l'allora Capo Dipartimento della Protezione civile, che voci di corridoio danno, comunque, per assente, passando per Altero Leone, dirigente regionale dellaProtezione civile abruzzese che, secondo la testimonianza dell'ex assessore alla Pc Daniela Stati consigliò la convocazione dell'organo consultivo e propositivo del Servizio nazionale, procedendo per il sismologoPasquale De Santis e il rettore dell'università de L'Aquila Ferdinando di Orio. Non solo, nella lista lunga lista che vede appuntati 23 nominativi, compaiono i nomi dei consulenti del Pubblico ministero e quelli dei vari periti, geologi, sismologi, ingegneri, chiamati dai giudici a prendere parte ai procedimenti incentrati
bertolaso
sui crolli che hanno visto la costituzione di parti civili.
Uno ritorno in aula importante per il processo soprattutto dopo la testimonianza resa lo scorso 7 dicembre dal sindaco, Massimo Cialente: parole pesanti, apparse come picconate all'impianto accusatorio, e il conseguente polverone che, inevitabilmente, si è alzato sull'istantanea restituita dal primo cittadino aquilano nel corso delle 2 ore di deposizione davanti al giudice titolare del procedimento Marco Billi. «Nessun cambiamento dopo la riunione della commissione Grandi rischi, come entrai uscii».
Grande l'attenzione mediatica sul procedimento che vede gli imputati Franco BarberiBernardo De BernardinisEnzo BoschiGiulio SelvaggiGian Michele Calvi, Claudio Eva, e Mauro Dolce accusati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo. Dalla rivista scientifica Naturea testate giapponesi, da Al Jazeera a L'Espresso, si riaccendono i riflettori sulla catastrofe de L'Aquila aspettando di sapere se almeno una delle 309 vite spezzate il 6 aprile 2009 poteva essere salvata, se gli esperti giunti in città per esaminare la fenomenologia sismica in atto da alcuni mesi nell'aquilano abbiano fatto o meno il proprio dovere.

Sisma Haiti, paese ancora in ginocchio


Il colera che non dà tregua, le difficoltà della ricostruzione, la povertà di sempre: questa era la situazione ad Haiti quando un anno fa il paese ricordò il primo anniversario del devastante terremoto del 12 gennaio 2010. Sono passati altri dodici mesi e il bilancio non è molto diverso. Anche se fornire i dati precisi è difficile, il terremoto fece più di 200 mila morti, forse 300 mila.
L'emblema della devastazione fu il crollo del Palazzo Presidenziale, anche se a finire in macerie fu circa il 60% degli uffici governativi. La scossa, violentissima, arrivò alle 16:53 locali (le 22:53 in Italia), e mise in ginocchio Port-au-Prince, capitale di quella che era - e continua a essere - la nazione più povera delle Americhe. Trentacinque maledetti secondi di orrore sulla città di 2,3 milioni di abitanti, e un destino cambiato per sempre: il mega-terremoto di magnitudo 7 mandò in frantumi non solo gran parte della capitale, ma anche l'intera economia della fragile nazione caraibica, colpendo complessivamente il 15% della popolazione, circa 2 milioni di persone.
Il sisma lasciò senza tetto 1,2 milioni di persone in tutto il paese, che occupa la metà occidentale dell'isola di Hispaniola, dove Cristoforo Colombo attraccò al termine del suo primo viaggio, nel 1492. Oggi a due anni dal terremoto, l'orizzonte di Port-au-Prince é un susseguirsi di tendopoli: circa mezzo milione di persone continuano a vivere sotto le tende. Di queste circa la metà sono bambini e l'Unicef lancia un appello: servono 24 milioni di dollari per i bisogni umanitari immediati nel 2012, attraverso cinque progetti chiave nel campo della salute, nutrizione, acqua e servizi igienico sanitari.
Ulteriori 30 milioni sono necessari per l'assistenza allo sviluppo nel lungo periodo. Pochi mesi dopo il sisma, inoltre, Haiti venne colpita da un'epidemia di colera, che ha già ucciso circa 7 mila persone e ne ha infettato circa 520 mila. Secondo stime recenti, ad Haiti solo il 2% della popolazione può usufruire di acqua potabile. Tra i mille problemi dell'isola, quello dell'epidemia è sempre in primo piano. Da tempo diverse fonti locali affermano che il colera è stato diffuso dai caschi blu nepalesi, giunti nel paese per prestare aiuto dopo il sisma. Qualche giorno fa, alcune organizzazioni locali per i diritti umani hanno puntato il dito contro l'Onu (come avviene da tempo), sostenendo che le Nazioni Unite e i caschi blu della missione 'Minustah' devono risarcire le vittime e i loro familiari per non aver fatto i dovuti controlli sanitari ai soldati.
La missione Onu a Haiti è d'altra parte al centro di polemiche anche a seguito della diffusione di un video shock con presunti abusi sessuali commessi da cinque militari uruguaiani contro un giovane di 18 anni. In coincidenza con il secondo anniversario del terremoto, il premier Garry Conille - vicino all'ex presidente René Preval - ha detto che quello in corso sarà l'anno in cui la ricostruzione del paese riuscirà a decollare, così come la ripresa economica. Un obiettivo certo difficile da raggiungere, anche per l'instabilità del quadro politico.
Da maggio il paese ha un nuovo presidente, il popolare cantante Michel 'Sweet Micky' Martelly, 50 anni, nessuna esperienza politica fino al trionfo elettorale. 'Sweet' vinse infatti a mani basse le presidenziali del 20 marzo, ma non è riuscito ad avere il controllo del Parlamento: una difficoltà in più per il paese più sfortunato dell'intera America Latina.

Un radar a bordo contro le ceneri dei vulcani

Un radar a infrarossi permetterà agli aerei di linea di individuare le ceneri di un vulcano in eruzione, valutarne densità e conseguente rischio per i motori, permettendo eventuali correzioni di rotta o un eventuale atterraggio prima di trovarsi in condizioni di rischio. IL sistema denominato Avoid (acronimo di Airborne Volcanic Object Imaging Detector), inventato da un norvegese, è stato testato in Italia, sfruttando l'attività dell'Etna e dello Stromboli. E una volta installato sui voli di linea permetterà ai piloti, che vedranno le rilevazioni su un display in cabina, di poter volare in sicurezza anche quando grandi vulcani, con la loro attività eruttiva, disperdono nell'atmosfera grandi quantità di polveri e ceneri.
L'eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010 (Ap)L'eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010 (Ap)
IL PRECEDENTE - Il caso più noto di emergenza voli per un'eruzione è quella causata dal vulcano islandese Eyfjallajokull nell'aprile del 2010. Il blocco su tutta l'Europa, con conseguenti blocco di passeggeri a terra anche in altri scali extraeuropei, dagli Usa all'Asia. Con il nuovo radar il blocco potrebbe essere evitato, anche se ovviamente eventuali rotte più lunghe comporterebbero conunque costi più alti alle compagnie. Per realizzare Avoid, Fred Prata della norvegese Nicarnica Aviation, ha lavorato con la sezione Environmental Measurement Techniques dell’Università di Dusseldorf e allestito un aereo test. Il sistema permette ai piloti di identificare una nube di cenere fino a 100 chilometri di distanza e ad altitudini comprese 1500 e 15000 metri. A terra, le informazioni possono essere utilizzate per costruire una mappa accurata della nube vulcanica. Questo potrebbe dare la possibilità di aprire grandi aree di spazio aereo che, altrimenti, rimarrebbero chiuse durante una normale eruzione vulcanica. Ciò darebbe enormi benefici ai passeggeri e i disservizi sarebbero più contenuti.
Il norvegese Fret Prata, inventore di AvoidIl norvegese Fret Prata, inventore di Avoid
IN LINEA - Le compagnie aeree e i costruttori sono ovviamente interessati allo sviluppo di Avoid. Entro il 2012 EasyJet e Airbus hanno deciso di lavorare insieme per testarlo. Ulteriori sperimentazioni verranno effettuate utilizzando un Airbus A340 di prova, pronto a partire dalla primavera 2012 per volare nei pressi di una eruzione vulcanica per i test. La tecnologia sarà inoltre sottoposta a un processo di certificazione della European Aviation Safety Agency e EasyJet ha annunciato di volerla installare sui propri aerei, già a partire dall’estate 2012.

giovedì 15 dicembre 2011

Which volcano has killed the most people?

The eruption of Tambora in Indonesia in 1815 killed the most people.  It was a huge eruption that sent ash into the stratosphere that then spread around the world.  World climate was noticeably cooler the following year, and in places it was called “the year without a summer.”Enormous volumes of pyroclastic flow followed by caldera collapse created an up to 10m wall of water that devastated the Indonesian shoreline.  As many as10,000 deaths are attributed to the resulting tsunami.   Thousands more died due to the destruction of crops and livestock, disease, contamination of water, etc., tens of thousands more died in the years that followed.  Overall as many as 92,000 deaths were attributed to this eruption.

Here is a chart of all eruptions with more than 500 known fatalities:

Deaths Attributed

Volcano

Year

Major Cause of Death

92,000Tambora, Indonesia1815Starvation (and Tsunami)
36,417Krakatau, Indonesia1883Tsunami
29,025Mt. Pelee, Martinique1902Ash flows
25,000Ruiz, Colombia1985Mudflows
14,300Unzen, Japan1792Tsunami
9,350Laki, Iceland1783Starvation
5,110Kelut, Indonesia1919Mudflows
4,011Galunggung, Indonesia1882Mudflows
3,500Vesuvius, Italy1631Mud & lava flows
3,360Vesuvius, Italy79Ash flows
2,957Papandayan, Indonesia1772Ash flows
2,942Lamington, Papua N.G.1951Ash flows
2,000El Chichon, Mexico1982Ash flows
1,680Soufriere, St Vincent1902Ash flows
1,475Oshima, Japan1741Tsunami
1,377Asama, Japan1783Ash flows, mudflows
1,335Taal, Philippines1911Ash flows
1,200Mayon, Philippines1814Mudflows
1,184Agung, Indonesia1963Ash flows
1,000Cotopaxi, Ecuador1877Mudflows
800Pinatubo, Philippines1991Roof collapses and disease
700Komagatake, Japan1640Tsunami
700Ruiz, Colombia1845Mudflows
500Hibok-Hibok, Philippines1951Ash flows